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Libri Franco Trifuoggi 17 giugno 2016 09:47 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
Il libro di Salvatore Giovanni Rinaldi, Vescovo Emerito di Acerra. --- FOTO ---
“Il dolore è come il seme di mandorlo. Lo semini amaro nel campo del tuo quotidiano. Poi ripassi: ecco c’è un mandorlo in fiore”. Da questo aforisma di Paul Claudel il nostro illustre conterraneo S.E. Salvatore Giovanni Rinaldi, Vescovo Emerito di Acerra, ha tratto il titolo del pregevole libro (Ed. Spartaco, S.Maria C.V. 2016) dedicato all’esperienza terrena della Serva di Dio Rossella Petrellese.
La vita di Rossella, infatti – scrive P. Raniero Cantalamessa nella illuminante prefazione – “è una splendida conferma della grande verità espressa dal salmista quando dice: “Chi semina nel pianto mieterà con giubilo”: verità “che trova nel mistero pasquale della morte e risurrezione di Cristo il suo modello e la grazia per realizzarlo”. E il prefatore ci ricorda che siamo “chiamati ad essere santi”, richiamando un pensiero del musicista Gounod: “Una goccia di santità vale più di un oceano di genio”, e ringrazia Mons.Rinaldi “per aver fatto conoscere meglio una di queste “gocce di santità”, mostrando anche grazie ai richiami a pensatori e scrittori moderni, “le risposte che l’uomo di oggi può trovare alle sua domande di senso, nella vita di una fanciulla di provincia che ha saputo fare della sofferenza un’ala per volare più in alto”.
Si dipana, così, attraverso il variegato susseguirsi di lucide pagine di profonda spiritualità, la memoria della breve ed intensa vita di Rossella, durata appena ventidue anni (dal 1972 al 1994), in un’epoca “segnata dalla delusione per il miracolo economico, dalla contestazione e dal successivo riflusso”, negli anni dell’ “edonismo individualista”. Rossella, definita dal primo biografo Eugenio Fornaciari “un fiore nella bufera”, appare, qui, come una ragazza desiderosa, al pari delle sue coetanee, di realizzarsi come moglie e come madre, oltre che nello studio e nell’amore per la musica, ma contrastata inesorabilmente da varie patologie, tra cui una “grave forma di scoliosi progressiva accentuata”.
Trascorre un’adolescenza priva di amici e di giochi, ma occupata da visite mediche e cure fisioterapiche. Lotta invano, fino a sentirsi nel “tunnel della disperazione”, sperimentando il “male di vivere”, il “silenzio di Dio”, la “noche obscura” preludio alla catarsi spirituale. Ecco, infatti, che nel 1992, in un Convegno della Chiesa di Acerra, colpita da un luogo della relazione di Don Aldo Giordano che ricorda come il Crocifisso giunga, per amore, “fino a sperimentare l’Abbandono sulla Croce”, e illuminata da colloqui con altri dotti sacerdoti, scopre il Cristo Risorto e risale la china: “O mio Dio, io Ti adoro, Tu mi hai scelto prima che io scegliessi Te, grazie!”. Il Signore, infatti, l’ha rigenerata, non restituendole la salute ma donandole “la normalità cristiana”, cioè “di configurarsi a Cristo Crocifisso e Risorto”.
Le pagine che seguono sono un’ispirata e fervida illustrazione dei vari aspetti di questa metànoia cristiana, da lei tradotta anche in Diari e Lettere: ritiene la cosa più importante “il saper perdonare, il saper accettare tutto nel bene e nel male, il saper amare gli altri, per quello che sono, senza giudicarli, criticarli…”. Esalta “il dono più bello” ricevuto, cioè ”la presenza di Dio in ogni avvenimento della sua vita” che le ha fatto raggiungere “la pace, la serenità e la gioia interiore”. Questa trasformazione offre all’autore lo spunto per soffermarsi sull’”enigma della sofferenza”, sull’angoscia mortale di Cristo, sul “Vangelo della sofferenza” con illuminanti riferimenti biblici, a cui fanno riscontro significativi passi di lettere di lei: “Il dolore non è altro che la gioia velata, e la morte non mi spaventa per niente ma credo di dover fare ancora tanto prima di essere degna di arrivare a Gesù”.
Rossella appare, così, “testimone della Resurrezione e della Vita vera”, su cui si fonda l’umanesimo cristiano, che supera l’angoscia dell’assunto di Pavese (“…soffrire non serve a niente”) nella certezza – richiamata da Miguel de Unamuno - che “con Gesù noi moriamo solo per rinascere”. E a lei l’autore affianca altri testimoni evellenti di questa rigenerazione spirituale, come l’oncologo pavese dott.Mario Melazzini, malato di sclerosi laterale amiotrofica, protagonista di “una splendida testimonianza di gioia e di vita” ad Acerra nell’àmbito della Giornata Diocesana per la Vita; il Vescovo Mons. Gennaro Verolino, “Giusto tra le Nazioni”, che salvò circa 30.000 ebrei ungheresi; e lo stesso Giovanni Paolo II, martire della sofferenza, paziente ed umile nell’accettare anche la “crescente incapacità di usare la parola”.
Rossella ci appare “donna della gioia”, perché ha incontrato Gesù e ne è stata testimone, con il suo carisma di “donna eucaristica”, l’”abbraccio con l’assoluto”, la luce della sua fede, e la sua biografia viene rivissuta nel segno paradigmatico di quel percorso culminante nel mistero dell’incontro con il Risorto, che la rende “icona della Chiesa”, Sposa del suo Signore e corredentrice , consapevole “che oltre la l’angoscia c’è la pace, oltre la morte c’è la vita e che per tutti c’è il terzo giorno della resurrezione”. Un “cammino di santità” che induce l’autore a riflettere sulla metodologia opportuna per iniziare alla fede i giovani nell’odierno contesto del continuo “sgretolamento” del “tempo di cristianità”.
Tre preghiere per la glorificazione di Rossella chiudono il libro, denso di cultura teologica e letteraria, che si segnala per chiarezza espressiva, trasparenza e coerenza argomentative, ampiezza ed incisività di sapienza pastorale. Si legge, quindi, con crescente interesse, pari all’ammirazione per Rossella, il cui testamento spirituale, redatto mentre saliva sull’aereo per recarsi negli Stati Uniti ad affrontare l’intervento chirurgico dieci giorni dopo il quale moriva, dice: “…La vita è bella, godetevela e diffondete l’amore e la fede. Fate del bene a tutti senza mai aspettarvi niente, i meriti li avrete dal Signore in cielo. Signore, Ti ringrazio tanto per avermi dato la vita, ma soprattutto per avermi fatto sentire nel cuore l’immensità e la gioia del tuo amore… Pregherò tanto per tutti…Con amore Rossella”.
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