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Libri Paolo Isa 07 dicembre 2021 18:31 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Quasi unÂ’autobiografia di un grande scenografo
"Una riga nera di carbone attraversa longitudinalmente il palcoscenico,ora la vedo quella riga un po’ incerta, un po’ cancellata, ho chiesto io di tracciarla:è l’orizzonte dello scenografo.Al centro un punto di fuga, lì convergono le prospettive, a un metro e sessanta di altezza.Mi siedo in quello che capisco sarà per sempre il mio posto: 18 N nella platea del Teatro alla Scala." Ezio Frigerio
Rapidi, pastosi, materici come le pennellate di un pittore informale, i capitoli che compongono questa autobiografia, attraversano il Novecento più colto e avventuroso. Fra una risata irriverente e qualche nostalgia, Ezio Frigerio ricorda la sua lunga esistenza con una sorprendente lucidità sentimentale. Nato da famiglia benestante comasca durante il fascismo, l’autore non esita a sorridere malignamente della buona borghesia locale. Il suo tratto corrosivo ricorda il miglior Piero Chiara, ma è Salgari che lo induce a essere curioso della vita, e a non risparmiarsi le più funamboliche avventure. Dopo la guerra, i bombardamenti, i tedeschi e la Liberazione, il giovane Frigerio scopre la pittura fiorentina, il mondo artistico che impregnerà anche il suo futuro mestiere di scenografo. E, ancora molto giovane, affronta l’impegno del teatro con Strehler come mentore – un sodalizio intenso e tempestoso che durerà decenni – quello del cinema con De Sica, la Loren e Mastroianni, il balletto con Rudolf Nureev. E, in seguito, gli allestimenti storici per il Piccolo Teatro di Milano, la Scala, l’Opéra di Parigi. Ma per Frigerio l’avventura è anche lontano dalle mille luci dei palcoscenici: nel silenzio immobile del deserto, nell’Africa più profonda, nella Russia più sconosciuta.
Pagina dopo pagina il lettore incontra ricordi, sorrisi e qualche commozione non ancora sopita. Sberleffi e carezze, dedicati alla vita e alla sua magia. La stessa magia che il grande scenografo ha offerto agli spettatori per molte, moltissime sere. Giocando, come in queste pagine, su quel confine sottile e illusorio che sta fra verità e menzogna.
Ezio Frigerio è nato a Erba nel 1930. È uno fra gli scenografi italiani più noti al mondo, avendo allestito centinaia di spettacoli, da Parigi fino all’Azerbaigian. Ha lavorato con Eduardo De Filippo, Vittoria De Sica, Sofia Loren e, molto a lungo, con Giorgio Strehler per il Piccolo Teatro e la Scala di Milano. Per vent’anni ha vissuto a Parigi. Oggi vive sul lago di Pusiano.
Baldini+Castoldi, Milano 2021, euro 22.00, pagine 368
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