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Libri Sanità Maria Capasso 11 giugno 2022 23:24 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
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MARIGLIANO - Un pubblico laborioso e orgoglioso delle proprie radici contadine ha accolto la presentazione del libro " Si chiama Lausdomini " di Antonio Cerciello, regista e autore teatrale. Cerciello è molto di più di un semplice scrittore, declama con abile timbrica e vocalità entrando nel cuore della gente, della sua gente di Lausdomini.
Ad introdurre i lavori è stato il preside Luigi Amato: "Il libro di Antonio Cerciello entra direttamente nel cuore della gente perché racconta l' ordinarietà della vita che scorre. La sua presentazione è coincisa neanche a farlo apposta con il cinquantenario dell' autonomia della scuola. Antonio ha incontrato anche i ragazzi che sono rimasti affascinati dai racconti dei vari mestieri e delle varie figure che hanno fatto la storia di Lausdomini. Esso dà il senso dell' appartenenza alla comunità, del radicamento e della condivisione. I ragazzi che crescono senza valori, generalmente non danno senso alla loro vita e per questo è importante trasmettere il senso di comunità".
Tra i relatori anche il sindaco Giuseppe Jossa accompagnato dalla consorte, Milena Guida: "A Tonino mi lega affetto ed amicizia ed è per questo che non potevo non essere qui. In questo libro sono state cristallizzate immagini di uomini e donne che rischiano di svanire. Mi piace che si racconti il legame con la terra, la passione e il sacrificio per portare avanti la famiglia. Oggi questo sacrificio non si avverte. Nel silenzio e nello sguardo della figura paterna prima c'era il senso del dovere. Oggi si parla troppo ma non si trasferisce il senso di responsabilità. Speriamo che questo libro faccia risvegliare questo spirito".
Ad intervallare le declamazioni è il maestro di chitarra, professore della stessa scuola Aliperti, Angelo Palladino. " Chiedo scusa per tutte le dimenticanze, provvederò nel prossimo libro - afferma Cerciello che ringrazia il prete don Salvatore Spiezia- Sono emozionato questa sera. Io domani festeggio 80 anni e oggi è per me un giorno speciale. La prefazione di questo libro è del preside Luigi Amato. Voglio ringraziare il sindaco che ha acquistato 300 copie che abbiamo distribuito gratuitamente ai ragazzi. Ho un altro dovere presentarvi l'amica d' infanzia ...la zappa. Sono di origini contadine e all' epoca andare a scuola era anche andare in campagna.
Durante gli incontri a scuola uno studente mi ha chiesto:" Ma lei si è mai ribellato al suo papà ?". Certo che no, all'epoca era impossibile".
Com'è nata l' idea del libro ?
" Ho seguito tre elementi fondamentali. Lo spunto , l' occasione e l' ispirazione. Lo spunto mi è stato dato da un mio amico, l' avvocato Andrea Monda che vive a Milano. Bartolomeo il suo papà è stato il primo amministratore della prima Repubblica. L' occasione è stata la pandemia, è stato scritto durante questo periodo .
Sono partito da una vecchia poesia del 1971...Si chiama Lausdomini e nun s po' cagnà...luntan a stu paese nun s po' cagnà. Tu si comm a na mamma. Stasera canta, na rosa è sempre rosa. E' un libro scritto con linguaggio semplice ed è dedicato soprattutto ai contadini di Lausdomini . Da giovane avevo vergogna di dire che ero di famiglia contadina perché all' epoca i contadini erano discriminati. Crescendo poi ho capito quanto sia motivo di orgoglio questa appartenenza laboriosa e che i calli sulle mani sono segni di onestà e fatica".
Suggestiva la poesia 'O pate di cui riportiamo l' ultima strofa:" No' chiammavo chest'è vero ed è stato un grosso errore, mo' che invece se ne gghiute io ho vulesse tene' cca'. E perciò vò raccumanno no' facite piglià collera, ogni tanto che ve costa, chiammatelo papà".
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