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Letteratura Ercole Capuozzo 27 marzo 2005 21:32 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
La lotta al crocifisso nella scuola frequentata da suo figlio gli ha portato notorietà. E oggi la 'Lega Sud' candida Adel Smith nelle elezioni provinciali di Napoli.
Lui , fino a poco tempo fa, un 'non esimio' sconosciuto. Un provocatore, un intollerante. Tanto che in una trasmissione di 'Porta a Porta'di qualche anno fa, definiva Cristo sulla croce un 'cadaverino, e in un’altra più recente in una Tv privata, veniva alle mani con un altro ospite della trasmissione che affermava idee che lui non condivideva e che trovava offensive per l’Islam.
Comunque, non è da dire dei musulmani, come spesso si sente: 'Vogliono comandare in casa nostra'. Superiamo tale polemica che è davvero da poco. L’Italia, infatti, è diventata un paese multiculturale e multietnico. E, per quanto riguarda, in particolare, la presenza del crocifisso nelle scuole, è da ricordare che:
• La religione cattolica, per il Concordato Craxi-Casaroli del 1984, non è più la religione ufficiale dello Stato italiano;
• In questi ultimi tempi, l’Italia si è laicizzata sempre più con l’affermazione di: divorzio, aborto, inseminazione artificiale, pillola antifecondativa, nuovo concetto di sessualità…;
• Le leggi del 1923 e del 1928, che prevedevano il crocifisso nelle aule scolastiche, sono state di fatto superate da ulteriori sentenze della Corte Costituzionale. Appare, pertanto, giusto non apporre nessun simbolo religioso nelle scuole statali. Non solo,aggiungiamo, ma anche in ogni altra struttura pubblica.
La religione è un fatto personale, e il crocifisso è un simbolo religioso. Certo, esso è portatore di valori ai quali si riferiva Benedetto Croce nel suo opuscolo 'Perché non possiamo dirci cristiani': amore, perdono, pace, altruismo, speranza, tolleranza, fraternità… Ma questi, ormai, sono valori anche nella morale laica.
Inoltre, il crocifisso è entrato nella moda, per cui spesso lo vediamo come ornamento sul petto che orgogliosamente mettono in mostra numerose donne, e su quello, meno attraente, di molti camorristi; come orecchino e come spilla su cortissime minigonne. Allora, più che ricordarci soltanto adesso dei valori che esso rappresenta, cerchiamo di viverli, questi valori.
Diamo ad essi concretezza. Dimostriamo nei fatti che la nostra società non è soltanto caratterizzata da furti, rapine, uccisioni, delinquenza organizzata, droga, egoismo…
Non facciamo dunque strumentalizzazioni e consideriamo l’episodio di Adel Smith come spinta ad uscire da una contraddizione che avremmo dovuto avvertire e risolvere da tempo. E Adel Smith? Dimentichiamolo.
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