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Storia Carlo Borriello 05 aprile 2010 00:35 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - S. Guglielmo nacque a Vercelli intorno al 1085. Giovanissimo si recò a S.Giacomo di Compostella. Al ritorno, dopo aver superato svariate peripezie, nel 1118 salì sul monte Partenio dove costruì una chiesa e delle celle per coloro che chiedevano di unirsi a lui. Il 1126 fu l’anno della nascita degli eremiti di Montevergine o monaci Verginiani, confluiti poi nell’Ordine benedettino.
La Congregazione dei Verginiani, nata sotto i Normanni, fu favorita dagli Svevi e dagli Angioini e si diffuse in tutto il Mezzogiorno. Da una bolla di Urbano IV si evince che la Chiesa di Montevergine aveva acquistato nel 1264 uno stabile in Marigliano. I monaci vi si stabilirono, però, intorno al 1292 allorquando un certo Orlando Manescalco aveva lasciato per testamento alla Chiesa di Montevergine “le case e la taverna site davanti la porta di Marigliano” perchè si edificassero una chiesa e un ospedale. A quest’epoca risale la fondazione del Monastero di S.Maria delle Grazie (oggi Palazzo comunale) in Via Montevergine.
In merito alla congettura, secondo la quale già prima di tale epoca i Verginiani fossero attivi nel casale di Cisterna, trasferitisi poi a Marigliano, obbiettiamo che in suddetto casale la casa monastica e la chiesa furono eretti non prima del 1337. Infatti in una bolla di Celestino II del 1179 con la quale si riconoscono i beni e i privilegi della Chiesa di Montevergine non si menziona Cisterna.
Il Monastero S.Maria delle Grazie fu eretto in priorato prima del 1566, anno in cui Pio V lasciò in vita solo diciotto dei monasteri dell’Ordine verginiano, tra i quali quello di Marigliano. Nel 1614 con una bolla di Paolo V il Monastero S.Maria delle Grazie fu elevato ad Abbazia e tale rimase fino alla sua soppressione. Primo abate fu P.Giovanni Domenico Simeone. All’interno del monastero vigeva la clausura.
Nel 1584 nacque una controversia sul diritto di precedenza nelle processioni e nelle esequie, tra i monaci del convento di S.Vito e i Verginiani. La Curia di Nola si pronunciò a favore di questi ultimi. I monaci vivevano delle rendite dei lasciti e dei legati. Per arrotondare le entrate tenevano la mescita del vino. Frequenti erano le liti con i gabellieri che tutelavano gli interessi delle taverne del feudatario.
“Si crede - scrive il Ricciardi - che la prima abitazione dei monaci fosse stata nel piano terraneo, oppure in qualche piccola casa superiore e molto antica perchè dopo la fabbrica della nuova chiesa (il Sacramento) si diede mano alla costruzione di un corridoio inferiore da parte della strada regia”.
“Nel 1520 continuò dalle fondamenta del giardino la fabbrica, il quale era verso oriente dalla parte del chiostro, poichè in quell’epoca a quel lato non vi è nè il cellaio, nè I’abitazione superiore, cominciata a fabbricarsi nel 1604".
“Altre fabbriche furono fatte nel 1617 costruendosi un corridoio superiore che dovette essere quello verso la strada reale, altre, infine, continuarono fino al 17I4 abbellendosi il Monastero con pitture e fregi, aggiustandosi I’appartamento dei superiori e il nuovo refettorio”. (2). Il Monastero era dotato, altresì, di una biblioteca ad uso dei monaci e di un archivio.
Quest’ultimo, in seguito alla soppressione del Monastero, fu trasferito nel grande Archivio di Stato e una parte nel Monastero di Montevergine.
Nel 1860 l’edificio passò al Comune. Fu adibito a scuola nel 1870. Divenne sede definitiva del Comune negli anni Trenta. Allora fu trasformato e adattato alle nuove esigenze. Inoltre fu realizzata la facciata in stile ottocentesco.
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