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Storia Carlo Borriello 23 giugno 2010 23:39 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Annessa al Monastero i monaci di Montevergine edificarono alla fine del 1500 la Chiesa del Sacramento.
Nel 1684 costruirono il piccolo campanile da parte dell’altare maggiore presso la cupola, dove venne aperto un passaggio per poter suonare le campane anche di notte.
La chiesa, in stile barocco, è a una sola navata con stucchi, abside balaustrata e cantoria del Settecento.
Nel soffitto di legno è collocata la tela della “Madonna delle Grazie con S.Guglielmo” di Pilippo Vitale, un pittore che lavorò parecchio nel territorio.
Dello stesso artista sono i dipinti di “S.Benedetto con S.Guglielmo”, della “Madonna di Montevergine”, di “S.Donato” e di “S.Lucia con S.Agata” che sormontano gli altari, rispettivamente, da destra a sinistra, laterali della navata.
Sull’altare maggiore si conserva la tela del “Sacramento con Angeli e due confratelli in adorazione”. Ai lati sono visibili gli stemmi dell’Ordine verginiano e della Famiglia Toppi.
Questa si era trasferita a Marigliano da Pavia alla fine del 1600. Anselmo Toppi fu vescovo di Termoli. E’ sepolto nella Collegiata.
Nella chiesa del Sacramento fu fondata nel 1735 una Confraternita di laici con scopi di pietà, di culto e di beneficenza. Essa divenne Arciconfraternita nel 1846 col privilegio di aggregarsi le confraternite minori.
L’Arciconfraternita era la congrega nobile della città. I confratelli indossavano una tonaca di seta bianca e una mantellina rossa con volano d’oro e d’argento. Il cappuccio che copriva la testa, come si nota nella tela sull’altare maggiore, aveva due fori attraversi i quali si vedeva il confratello. Dal collare di seta rossa pendeva un medaglione con l’immagine del Sacramento. I confratelli accompagnavano il Sacramento agli infermi e nel giorno della sua festività dotavano le ragazze povere da marito. Essi venivano seppelliti sotto il pavimento della chiesa.
Si svolgevano nel Sacramento, chiuso per restauri, gli uffizi dei morti. Un catafalco nero, a più piani, si collocava al centro della navata che veniva avvolta dal fumo dell’incenso e inondata dalle meste note del “dies irae”.
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