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Calcio Giuseppe Lombardi 07 agosto 2020 19:34 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
Gennaro Gattuso,tecnico del Napoli, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Barcellona
Gennaro Gattuso,tecnico del Napoli, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro il Barcellona: "Sappiamo che per noi sarà una partita molto difficile. Sappiamo che tipo di squadra è il Barcellona e sappiamo che noi dovremo fare una grande prestazione, sia tecnica che tattica, e forse non basterà nemmeno. Sappiamo di affrontare grandi campioni, serve una grande partita per uscire con un buon risultato".
Come sta Insigne?
"Ieri ha fatto il 50% dell'allenamento, oggi al 100% con la squadra. Voglio sentire che si sente al 100% domani, se non lo sarà non scenderà in campo dal primo minuto. Se è al 100% giocherà, ci darà una mano per fare una grande partita".
Cos'è cambiato con Lozano?
"Non è cambiato nulla. Dopo il lockdown ha cominciato a lavorare bene, a soddisfare le nostre richieste e ha avuto più minutaggio. E' un esterno diverso da quelli che abbiamo. Se vuoi giocare di palleggio ci vuole tempo, ma può fare la differenza quando si attaccano gli spazi. Ora non è una cosa di Lozano, ma è come vogliamo far giocare questa squadra".
A chi ha fatto meglio questo stop?
"Ultimamente abbiamo fatto uno sport diverso. Il calcio non è questo. Tutto il calcio mondiale è stato bravo a far ripartire la macchina, ma questo non è calcio. Abbiamo giocato ogni due giorni, anche la Coppa Italia. Non so chi abbia avuto più vantaggio. La nostra fortuna è stata raggiungere l'obiettivo Europa con la Coppa Italia, abbiamo fatto tante partite col freno tirato, facendomi arrabbiare per l'atteggiamento. Nelle ultime 12 partite comunque siamo migliorati nel possesso palla, siamo la squadra che palleggia di più in Serie A, abbiamo creato tanto anche se non abbiamo finalizzato al meglio".
E' contento del fatto che in Spagna abbiano capito che non è un difensivista?
"Basta saper leggere bene i dati, i numeri. Forse in Italia non lo sappiamo fare e si vuole calcare il mio soprannome, ma i numeri dicono diversamente. Se l'organizzazione tattica viene scambiata col difensivismo non è un mio problema. Da calciatore ho fatto cose importanti con caratteristiche totalmente diverse da quelle che ricerco oggi da allenatore. Ci vuole tempo per togliersi un'etichetta, ma va bene così".
E' un vantaggio per voi giocare senza pubblico?
"Un calcio senza pubblico non è calcio. Il pubblico ti dà vibrazioni, emozioni, ti fa sentire di più la partita. A volte può essere un bene e a volte un male per la squadra di casa, ma il pubblico fa parte del mondo del calcio. Domani ci darà un piccolo vantaggio non aver nessuno sugli spalti perché venire qua e trovare 90 mila persone".
Sul periodo del Barcellona
"Il fatto di non aver vinto nulla ancora e per la mentalità che hanno gli dà più forza. Sono abituati a vincere e io so che quando ti abitui a vincerlo poi vuoi farlo sempre. Noi domani abbiamo un Everest da scalare. In questi mesi ho sentito tante barzellette, come 'Barcellona non in forma', ma se vai a vedere ci sono dei calciatori che sono uno spettacolo da guardare".
Cosa pensa di Fabian Ruiz?
"E' un giocatore che ha ancora grandi margini di miglioramento. Riesce ad esprimersi con un calcio tecnico, di palleggio. Può migliorare ancora tanto. Ci ha dato tanto, ci sta dando tanto. E' un giovane interessante, avrà una grande carriera davanti a lui. Queste partite per gente come Zielinski, Fabian, Elmas, Lozano e tutti i giovani che abbiamo fanno parte di un percorso, è il vissuto che serve ad ogni calciatore per migliorare e crescere. Domani non dovrà essere una partita di cui aver paura, devono pensare a godersela e giocarsela".
"Li abbiamo colpiti sempre sul palleggio all'andata. Quando ha palla il Barcellona è a loro agio, quando non ce l'hanno non sono a loro agio. Dovremo essere bravi ad uscire dalla pressione, dovremo giocare bene tecnicamente e tatticamente. Bisogna ragionare quando abbiamo la palla e quando non ce l'abbiamo. Sembra facile, ma non lo è. Non bisogna avere la presunzione di prenderli sempre in alto perché hanno grandissime qualità".
Che differenza c'è nella vigilia di questo genere di partita da allenatore e da calciatore?
"Da allenatore è completamente diverso. Non posso dare tensione alla squadra, a cui parlerò domani. Io dico sempre che bisogna ricordare da dove si è partiti, della storia che ti sei scritto da solo. L'ho sempre pensata così. Prima di arrivare a fare queste partite, ci sono la parrocchia, la spiaggia, i primi calci, le giovanili e tutto il resto. I miei calciatori devono ricordarsi di questo, non gli farà male".
"Il Barcellona non è una questione di numeri. Il Barça è la sua metodologia, il suo modo di tenere il campo. Per me l'importante non è se gioca a tre o a quattro dietro, l'importante è come tengono il campo, come ruotano i giocatori, come possono metterti in difficoltà. E' la loro mentalità, la funzionalità nel vedere il calcio. E' una squadra unica per come vogliono giocare al calcio".
"Puig non è un giovane, è un giovane campione. Ha il gioco dentro. Fa sembrare delle giocate difficili come giocate normali, già da due anni. E' uno spettacolo vederlo giocare, fa bene al calcio, alle persone che vedono il calcio. Questo è merito della cantera del Barcellona, non è un caso che da anni escono calciatori con queste qualità".
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