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Arte Redazione 03 novembre 2022 11:05 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
"Un paesaggio è uno stato d’animo” (Henri-Frédéric Amiel)
NOLA - Domani, venerdì, alle ore 18:30 parte la mostra d’arte Convergenze Parallele di Vittorio Avella, Claudio Bozzaotra e Christophe Mourey, nello Spazio Amira in via San Felice 16 a Nola.
“Troppo spesso – scrive nella sua presentazione critica Rita Alessandra Fusco - diamo per scontato il paesaggio, dimenticando l’importanza che ha nelle nostre vite: accompagna le nostre giornate rimanendo mai uguale a sé stesso, muta con il cambiare del tempo, delle ore e dell’attenzione di ciascuno di noi. È qualcosa che ci riguarda, anche se sembra non appartenerci fino in fondo: nasconde sentimenti, percezioni, umori, le gioie ed i dubbi, la possibilità di fare un bel respiro e ricominciare da capo. In un bel libro di John Berger – “Landscape”, per l’appunto – lo scrittore delinea una serie di mappe, all’interno delle quali non si incontrano quadri o foto paesaggistiche, bensì spaccati di vita vissuta, pietre miliari di arte e letteratura, periodi storici che si incontrano e rincorrono. Sono passaggi e paesaggi di tempo, così come la storia dell’arte ci ha sussurrato a gran voce nel tempo, regalandoci scenari all’interno dei quali la narrazione non era solo fisica, ma anche e soprattutto emotiva, etica, divulgativa.
Allo stesso modo, con la stessa comprensibile e verosimile intensità, le esistenze di Vittorio Avella, Claudio Bozzaotra e Christophe Mourey ben si esplicitano in una serie di bellissimi paesaggi, ciascuno dei quali racconta un pezzo di storia artistica e, soprattutto, personale. I dipinti e le incisioni di Avella sono delle esplosioni di poesia: anche quando dipinge Vittorio riesce ad incidere ed imprimere sulla carta la bellezza del suo sguardo attento e sognatore, la naturalezza dei sentimenti, l’entusiasmo che contraddistingue le sue relazioni. Sono mondi nascosti nel profondo, che emergono solo mentre si chiudono e poi riaprono gli occhi e le rocce diventano persone, i venti soffiano fiducia anche quando sono neri, e le nuvole ci indicano la giusta direzione, che non è mai lineare ed uniforme.
Bozzaotra, invece, esprime nei suoi lavori tutta la poliedricità di un artista curioso: due anime, una più razionale, l’altra più emotiva, che si incontrano, si inseguono, determinano il suo cammino e la sua ricerca. Le linee tracciano un’intimità che non si nasconde, ma partecipa alla scrittura di una storia collettiva, fatta di terra e atmosfere, empatia e rispetto. Claudio è un artista idealista con i piedi ben piantati nel terreno ed i suoi paesaggi ben riflettono questa duplice essenza, che non è mai uguale, ma in continuo divenire.
L’estemporaneità di Mourey, infine, partecipa al racconto, con una tecnica espressionista che lo ha contraddistinto nel tempo: lavorare con la biro. I suoi lavori sono dei taccuini speciali, all’interno dei quali l’artista annota opere d’arte; Christophe riesce a raccontare sé stesso attraverso la capacità di entrare nei dettagli con discrezione e sensibilità; i suoi paesaggi sono rumorosi ma delicati, veritieri e mai sboccati. La sua arte riesce a fondere il fervore di una scelta di vita importante – vivere le contraddizioni di Napoli – con le sue origini, eleganti e ricercate: sono cambiati gli scenari ma non il suo occhio euforico e preciso.
“Convergenze parallele” è dunque una mostra che ben descrive gli stati d’animo di ciascun artista, il proprio bagaglio di idee e l’indole, le linee di partenze e gli arrivi che, seppur diversi nelle intenzioni e nelle sfumature, sono accomunati da un unico inconsapevole scopo; tener presente che esistiamo e resistiamo, nonostante le brutture dei tempi e le paure più recondite.
Quelle di Avella, Bozzaotra e Mourey, sono opere che sembrano ricordarci che “non esiste altro paesaggio se non quello che siamo”: una moltitudine di emozioni interconnesse, infiniti colori dispersi nell’oblio”.
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