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Letteratura Mariacarmen Fiorenza 18 marzo 2020 22:28 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Napoli, Letteratura e contagio: pillole di luce ai tempi del virus. Voce al Professor De Cristofaro
L'assessorato alla cultura e al turismo del comune di Napoli proponeva, ieri, una lucente pillola di cultura al suo pubblico virtuale, ormai resistente parterre ai tempi del corona virus, dal titolo "Letteratura e contagio".
Si tratta di una rubrica tenuta in diretta Facebook dal Professor Francesco De Cristofaro, docente di Letterature Comparate presso l'ateneo napoletano "Federico II", che ha raccontato quanto ciò che viviamo orami quotidianamente -l'epidemia- frammento esistenziale, diventato quasi un topos della storia umana, sia protagonista delle pagine più belle delle letteratura di tutti i tempi e di tutte le culture. Il professore, insigne comparatista, ha esordito percorrendo le tappe essenziali della storia della rappresentazione letteraria del contagio, per poi soffermarsi, in appena 40 minuti di video, sul primo esempio di racconto del contagio " La Guerra del Peloponneso" di Tucidide e sulla sua rappresentazione cronologicamente più prossima al nostro tempo : Nemesi di Philip Roth, 2010.
L'iniziativa nasce da un seminario online tenuto dal professor De Cristofaro che, da domani, 19 marzo 2020, analizzerà, ogni giovedì, le molteplici rappresentazioni letterarie del contagio, dalla "Guerra del Peloponneso" di Tucidide, V secolo a.C. , fino a "Nemesi", ultimo romanzo di Philip Roth, pubblicato nel 2010.
Gli incontri, che proseguiranno fino a maggio, disveleranno i volti occulti del contagio.
Splendida occasione di approfondimento, questa, resa possibile dall'era dei social network che, utilizzati nella giusta maniera, si rivelato un' ottima via di comunicazione e di fruizione culturale. La letteratura, fonte inesauribile di umanità , aiuta l'uomo del ventunesimo secolo, forse , in qualche caso, per la prima volta in contatto diretto con la malattia virale , a passare dalle domande giuste alle giuste domande . Opportunità, questa, propostaci dalla nostra stessa vita, per assaporare ciò che venne definita l'utilità dell'inutile: la verita che l'arte rivela al nostro sguardo posato sul mondo.
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