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Libri Redazione 17 giugno 2020 20:30 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
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La storia narrata rispecchia le disastrose gestioni concorsuali, uniche possibilità per un giovane di questo Paese che sogna di servire la propria nazione, la stessa che dimentica i valori e i principi sanciti da regolamenti e decreti mai ascoltati.
Valori e principi spesso interpretati a favore dei furbi e dei tutelati e a discapito dei “cervelli intelligenti” che devono trovare fortuna altrove, in altri Stati o continenti. Ragazzi che “scappano” per far sì che i propri diritti vengano rispettati, dove prevale la volontà di selezionare lavoratori per il futuro in modo democratico e meritocratico.
Tematica del tutto attuale, basta leggere qualsiasi giornale di queste ultime ore per informarsi dell’ennesimo scandalo relativo alla gestione di concorsi pubblici per le forze armate e di polizia, sistema denunciato più volta ma una realtà che fa fatica a scomparire.
Una risposta prova a darla Michele Vario, di mestiere insegnante, che nella sua prima fatica letteraria, che ha molti spunti autobiografici, dipinge un quadro a tinte fosche del rapporto tra meritocrazia e mondo del lavoro.
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