Storia
Viviana Papilio
05 gennaio 2023 15:22
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Un' antichissima storia dell'Epifania e il rito della calza: dalla divina Egeria alla vecchietta sulla scopa
L'Epifania che tutte le feste porta via è una ricorrenza di origini lontane, che affonda le sue radici in un passato antichissimo seguendo le cui tracce finiamo con il ritrovarci in un antro sibillino al cospetto di una ninfa.
Ed infatti, si racconta che il secondo re di Roma, Numa Pompilio, avesse l'abitudine di recarsi nella grotta della divina Egeria, una ninfa associata alle divinità femminili del mondo antico che governano i riti di passaggio (dall'anno vecchio all'anno nuovo).
Alle calende di gennaio il re era solito appendere una calza nello speco della ninfa, nei pressi di Porta Capena poco distante dalle terme di Caracalla.
Leggenda narra che al mattino seguente, Numa Pompilio ritrovasse la calza piena di doni, ma anche di ammonimenti e profezie.
Ad Egeria i secoli affiancarono la divina Strenia, da cui deriva il nostro termine "strenna", in origine il regalo che i genitori romani facevano ai bambini. Anche questa volta nei primi giorni dell' anno, durante la Sigillaria, letteralmente la festa delle statuette, così chiamata perché si regalavano biscotti dolci a forma di bamboline e animaletti, assieme a una gran quantità di frutta secca e fave.
Infine il "tempo cristiano" che condensa antichi riti calendariali e nuovi simboli di fede dà origine ad una ricorrenza che nasce dal cristianesimo popolare: la parola befana deriverebbe dalla volgarizzazione del termine "epifaneia" (manifestazione della doppia natura di Cristo ai re Magi venuti da Oriente per portare doni al dio bambino). Così il termine greco si trasforma, nei vari dialetti italiani, in bifania, befania, pifania. Fino a diventare un vero e proprio personaggio, emblema secolare di doni e bilanci, sunto dell'anno giunto al termine e della Natura colta al termine del suo ciclo e perciò personificata da una vecchietta.
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