29/11/2023
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Teatro Paolo Isa 26 settembre 2023 19:13 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
La fondazione teatrale di Forcella presenta il nuovo programma di attività di arte e inclusione sociale aperte alla comunità e al territorio Il 30 settembre il via al progetto curato da Davide Iodice, con la residenza di una neonata compagnia interculturale Quindi, fino al 31 maggio 2024, varî laboratorî e un festival di presentazione del lavoro svolto
Con l’apertura al pubblico di una residenza teatrale riprende, dal 30 settembre prossimo, “il Teatro delle Persone”, il progetto della Fondazione Trianon Viviani di arte, partecipazione e socialità aperto alla comunità e al territorio, ideato e diretto dal regista e pedagogista Davide Iodice.
Pedagogia e prossimità alle fasce più sensibili ed esposte; cura per le nuove generazioni; pluralità di culture e linguaggi. Sono gli assi portanti di questa azione permanente con la quale la fondazione teatrale di Forcella intende consolidare sempre più la propria vocazione sociale e il proprio ruolo di presidio culturale, aggregativo e formativo, attivando, attraverso la pratica dell’arte, quella relazione d’aiuto così necessaria per la crescita personale e civica delle fasce più svantaggiate e fragili del nostro tessuto sociale.
Il programma delle attività partirà a fine mese con la residenza teatrale “L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro”, che inaugura il nuovo percorso della neonata compagnia interculturale, nata dal laboratorio omonimo “Tutto il mondo è paese”.
L’iniziativa è sostenuta da Trianon Viviani, Dedalus / Officine Gomitoli, in collaborazione con Manovalanza Teatro e la Scuola elementare del Teatro, per la regia di Adriana Follieri.
I laboratorî, che si terranno ogni martedì e giovedì, sono dedicati a diversi àmbiti espressivi: “Orchestrìa”, per la musica d’insieme, a cura di Forgat, parte del progetto didattico della Scuola elementare del Teatro; i cicli “Officina” e “Ricerca e Creazione”, per la drammaturgia, regia e composizione scenica, sempre parte dell’offerta formativa della Scuola elementare del Teatro; “Segui la voce/dentro Forcella”, per la pedagogia, ricerca e creazione, dedicato ai più giovani e curato da Putéca Celidònia; e le attività della Compagnia, con attori e attrici con diversa abilità della Scuola elementare del Teatro.
Il programma si concluderà con la seconda edizione del festival il Teatro delle Persone, in cui, dal 21 al 31 maggio 2024, verranno presentati gli esiti dei laboratorî.
La Scuola elementare del Teatro / conservatorio popolare per le Arti della scena nasce nel 2013, dall’incontro tra Giuseppe Cafarella, presidente dell’associazione Forgat, e il regista Davide Iodice, che condividono il bisogno di realizzare un progetto di pedagogia sociale in grado di offrire opportunità di inclusione e di crescita personale a fasce svantaggiate. Nel 2020 gli allievi storici del progetto si sono costituiti in associazione di promozione sociale, assumendosi la responsabilità diretta della cura e degli sviluppi dell’intero progetto e della titolarità della metodologia su cui si sono formati. La Scuola è sostenuta e accolta dal Teatro di Napoli –Teatro Nazionale, Trianon Viviani, Forgat, l’Asilo – Comunità di lavoratori e lavoratrici dell’arte, della cultura e dello spettacolo e da Interno 5. Il suo lavoro si sviluppa in diversi luoghi della città, moltiplicando le sue pratiche di formazione, creatività, cooperazione, socialità.Il processo didattico è diviso in tre fasi: una prima propedeutica, una seconda di raccolta e una terza di scrittura. L’obiettivo iniziale è la creazione di un gruppo in grado di ascoltarsi, guardarsi, avere fiducia nell’altro e riconoscersi. La didattica iniziale sarà improntata sul gioco teatrale e sulla relazione in modo da creare un gruppo solido. Quindi, insieme ai ragazzi si proverà a fare una ricostruzione del quartiere che ci ospita, chiedendo informazioni alle persone del posto, raccogliendo interviste, materiali in genere, racconti di genitori, nonni e parenti per accumulare materiale propedeutico alla scrittura.Dopo aver raccolto i materiali “storici”, si passerà con i ragazzi alla fase di scrittura vera e propria: attraverso piccoli esercizi di drammaturgia si proverà a dare una propria visione dei "fatti reali", trasformando lentamente la memoria storica in artigianato fantasioso al punto da arrivare poi a chiedersi quale sia la realtà e quale la finzione, ma senza cercare una risposta!
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