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Ambiente Salvatore De Riggi 06 maggio 2019 22:53 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - MARIGLIANELLA - I risultati delle analisi ARPAC sui suoli e sulle acque sotterranee hanno purtroppo confermato quello che dicevamo da anni: il cumulo di Agrimonda non era assolutamente isolato dalle matrici ambientali, rilasciando inquinanti in atmosfera, suolo e sottosuolo per quasi mezzo secolo.
Perchè solo ora si certifica l’inquinamento? Perchè ARPAC ha finalmente svolto le analisi in modo deontologicamente e scientificamente corretto, cioè ricercando nel suolo e nelle acque di falda le sostanze trovate nel cumulo, mentre in passato si è sempre attenuta a liste generiche di inquinanti, non specifiche per il sito in questione, ignorando le nostre reiterate segnalazioni e proteste.
In sostanza le acqua di falda risultano inquinate da mercurio, benzene, solventi e fitofarmaci (tra cui DDT) oltre che da fluoruri, nitriti (i cui valori sono fuori norma un pò in tutta la piana, per motivi geologici e antropici); la matrice suolo è contaminata da diossine e furani, idrocarburi pesanti e fitofarmaci normati dalla legge.
Inoltre, ARPAC segnala la presenza in entrambe le matrici ambientali di concentrazioni “significative” di fitofarmaci presenti nel cumulo, non normati dalla legge ma altrettanto pericolosi: questa è la prova che mancava per dire che gli inquinanti dal cumulo sono passati nelle matrici ambientali, contaminandole.
L’altra importante novità emersa dalla relazione consegnata da ARPAC è l’ammissione che le “esalazioni maleodoranti” siano verosimilmente dovute agli stessi fitofarmaci che “tendono a volatilizzare”, mentre per 24 anni ci hanno raccontato che era solo una puzza innocua e che non c’era inquinamento nell’aria (...il benzene era dovuto al traffico automobilistico di luglio...); anche durante le operazioni di rimozione dei rifiuti avevamo segnalato la cosa, ma ci è stato risposto che non c’erano rischi.
Mercoledì prossimo ci sarà un tavolo tecnico tra gli enti coinvolti che dovranno mettere in campo le azioni necessarie a mitigare il rischio ambientale a cui è esposta la popolazione e che non possono esaurirsi nell’interdizione dell’uso dei pozzi irrigui.
Domani sera si terrà un incontro tra cittadini e amministratori per discutere l’argomento e le istanze da portare al tavolo tecnico.
Ci permettiamo, come abbiamo sempre fatto in questi anni, di formulare delle proposte operative per gestire questa nuova (per modo di dire) fase di emergenza, riassumbili in 3 punti principali:
IMPATTO IMMEDIATO SULLA POPOLAZIONE
Analisi aria e gas interstiziali del top-soil: i cittadini devono sapere che cosa stanno respirando. Come riportato da ARPAC è verosimile che le esalazioni maleodoranti (segnalate in tutti questi anni e soprattutto nel periodo post-rimozione) siano dovute agli stessi fitofarmaci trovati nella matrice suolo che tendono a volatilizzare a contatto con le acque meteoriche o con l’aumento delle temperature ambientali; infatti la puzza è particolarmente forte in caso di pioggia.
Allontanamento degli abitanti più prossimi al sito in attesa dei risultati delle analisi dell’aria e dei gas interstiziali del top-soil (principio di precauzione). Pretendere che, sulla base dei risultati, l’ARPAC certifichi se i cittadini possono rientrare o meno nelle loro case in prossimità del sito.
MATRICI AMBIENTALI
L’interdizione uso dei pozzi (ordinanze già correttamente emanate dai sindaci)
Infittire e ripetere le analisi sul sito per determinare la quantità e la distribuzione degli inquinanti, sia nel suolo che in falda, oltre che allargare l’area di indagine, ricostruendo un dettagliato andamento della falda e il “plume” degli inquinanti.
Sulla base dei risultati, estendere/ridurre l’area di interdizione dei pozzi.
Rimozione al più presto del top-soil (30cm) inquinato e della soletta di calcestruzzo, per evitare che le acque di pioggia e di dilavamento si infiltrino nel terreno, continuando a trasferire le sostanze inquinanti nel sottosuolo e in falda.
COMUNICAZIONE CORRETTA ALLA POPOLAZIONE
Comunicare in modo chiaro (e scientifico) le azioni che vengono intraprese, in modo da evitare allarmismi e speculazioni mediatiche su un argomento che è fonte di preoccupazione per la salute dei cittadini.
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