09/05/2024
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Cronaca Redazione 03 marzo 2024 14:07 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
BRUSCIANO - Nell'opera I Bombardamenti del 1943. Il Sacrificio di Brusciano, preziosa ricerca pubblicata da Antonio Castaldo nel 2013, con fonti i registri dello Stato Civile del Comune di Brusciano, si legge: “Romano Nunzio di 24 anni. Paracadutista della Divisione Nembo del 184° Battaglione Guastatori. Morto il 20/07/1944. E’ sepolto nel Cimitero Urbano di Macerata”. L’archivio del Ministero della Difesa riferisce, invece, che Romano Nunzio è sepolto a Mignano Montelungo: “Romano Nunzio, 184° reggimento parà, nato il 11/10/1920 e morto il 20/07/1944. Sepolto a Mignano Montelungo provincia di Caserta al cimitero militare”.
Abbiamo raggiunto quindi il sacrario in provincia di Caserta per risolvere il mistero ed in effetti vi abbiamo trovato la tomba del paracadutista bruscianese. La sua salma è conservata al gradone 7, riquadro 9/3, tra i 974 caduti del sacrario e nei registri dell’annesso museo è segnalato: “Paracadutista, Romano Nunzio di Giovanni, nato a Brusciano l’11/10/1920. Div. Nembo. Morto il 20/07/1944 a Macerata”. Come gli altri eroi che riposano nel sacrario di Montelungo, la sua salma venne recuperata da una delle tanti sepolture provvisorie che erano state approntate nelle diverse località dove si erano svolti i combattimenti del '43-'45 e traslata a Montelungo negli anni '50, nel grande sacrario che ricorda il sacrificio dei militari impegnati nella guerra di liberazione.
La Divisione paracadutisti "Nembo" è stata una unità del Regio Esercito italiano durante la seconda guerra mondiale. Formata il I novembre 1942, comprendeva il 184° Reggimento fatto di uomini addestrati presso le scuole di Paracadutismo di Tarquinia e Viterbo.
Proviamo allora ad immaginare le operazioni belliche nelle quali fu coinvolto Nunzio Romano e quindi le cause della sua morte. Dopo l'8 settembre la Divisione, che era di stanza in Sardegna, si era spaccata drammaticamente in due fazioni: una parte consistente decise di continuare a combattere al fianco dei tedeschi e confluì successivamente nelle forze armate della Repubblica Sociale, mentre 5 battaglioni, con alla testa il comandante della grande unità, il generale Morigi, erano rimasti fedeli al governo del Re.
Nell'aprile 1944 la Divisione fu ricostituita riunendo i resti dei reparti riportati sul continente con il 185° Reparto Autonomo Paracaduti "Nembo" precedentemente schierato in Calabria, e fu inquadrata nel Corpo Italiano di Liberazione impegnato sulla costa adriatica al fianco del II Corpo d'Armata polacco.
In merito abbiamo interpellato Salvatore de Chiara, storico militare e curatore del Museo Civico di Storia Militare di Aversa, che ci ha fornito interessanti ragguagli. Romano sarebbe probabilmente morto a seguito della battaglia di Ancona. Rivela de Chiara: “Tra il 16 e il 18 luglio del 1944 un gruppo di combattimento della Nembo si scontrò col nemico tedesco nell’area tra Numana e Osimo nella grande battaglia per giungere ad Ancona”.
La città di Macerata era stata liberata il 30 giugno proprio per mano dei paracadutisti della Nembo e di avanguardie del II Corpo d’Armata Polacco, preceduti di qualche ora dai partigiani della Banda Nicolò. Nei giorni seguenti si svolse a Filottrano una delle più epiche battaglie della Seconda Guerra Mondiale ed anche qui l'apporto della Nembo fu determinante. Per quelle giornate pervennero riconoscimenti ai paracadutisti dal Comandante tedesco della Difesa, dal Comandante del CIL, dal Comandante del Corpo polacco, dal Comandante della VIII Armata britannica, dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano.
I Comandi Alleati, alla fine del mese, autorizzarono la costituzione di sei Gruppi di Combattimento italiani per la prosecuzione della Campagna. Era un importante segno di riconoscimento per il nostro esercito che, con tale provvedimento, assunse una consistenza inferiore soltanto a quella degli Stati Uniti.
La Nembo registrò 131 caduti e 287 feriti in quella battaglia, fu il contributo più elevato delle Forze Armate regolari nell’intera Campagna di Liberazione. Tra quei 131 c’era anche Nunzio Romano, presumibilmente morto per le ferite in combattimento nei giorni della battaglia di Ancona e portato nelle retrovie a Macerata. Il 24 settembre 1944 la divisione venne sciolta, e parte dei suoi elementi confluirono nel Reggimento paracadutisti "Nembo" inquadrato nel Gruppo di Combattimento "Folgore".
Angelo D'Ambra
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