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Cronaca Sebastiano Vaia 10 ottobre 2009 00:23 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
Come si manifesta la malattia di Alzheimer?
La malattia di Alzheimer è caratterizzata dalla comparsa progressiva ed irreversibile dei disturbi della memoria.
Nel corso della malattia questi disturbi diventano sempre più invalidanti. Cominciano ad influenzare il quotidiano poiché portano delle modificazioni nel linguaggio, nel giudizio, nell’orientamento nel tempo e nello spazio, producendo importanti cambiamenti nella personalità.
La perdita delle abilità e delle conoscenze acquisite da tempo induce una graduale diminuzione dell’autonomia, così che la persona affetta non è più in grado di provvedere da sola ai suoi suoi bisogni.
Quali sono i primi sintomi della malattia di Alzheimer?
La malattia di Alzheimer è una patologia il cui esordio è lento e progressivo. La si qualifica come insidiosa perché ha già cominciato la sua evoluzione nel cervello quando si manifestano i primi sintomi e prosegue in modo subdolo.
Essendo l’apparizione dei sintomi insidiosa e lenta, la persona affetta è spesso portata alla consultazione medica e neuropsicologica molto tempo dopo l’avvento della malattia. Nel primo stadio della malattia, quando la persona si rende conto delle sue perdite di memoria, può presentare dei sintomi simili a quelli della depressione. A questo punto, è importante per il medico sapere se si tratta, soltanto, di una reazione alle perdite di memoria, o di una reale depressione senza relazione con la malattia di Alzheimer.
Questa distinzione è abbastanza complessa ecco perché ritengo di primaria importanza sottoporre tali pazienti ad un protocollo neuropsicologico al fine di definire meglio il caso.
A grossi linee, due tipi di sintomi sono segni premonitori della malattia di Alzheimer: i disturbi della memoria ed i disturbi del comportamento.
Che tipo di disturbi della memoria?
In primo luogo si tratta di dimenticanze benigne sui fatti correnti della vita quotidiana, per esempio dimenticare di spegnere le piastre della cucina elettrica, non ricordarsi più dove sono riposte le chiavi, dimenticare un numero di telefono abituale o un appuntamento importante. A volte la persona affetta attribuisce queste dimenticanze all’età.
“E’ normale dimenticare qualcosa invecchiando!” dice a se stessa; a volte, fa molti sforzi per nasconderlo.
Dopo qualche mese, tuttavia, queste dimenticanze diventano più frequenti e più evidenti. A questo punto la persona affetta razionalizza spesso le sue dimenticanze utilizzando strategie per evitare il riconoscimento cosciente del declino intellettivo. In contrasto con le dimenticanze benigne e di carattere generale legate al normale invecchiamento, i disturbi della memoria caratteristici della malattia di Alzheimer riguardano principalmente la memoria episodica recente.
I disturbi della memoria possono accompagnarsi abbastanza rapidamente ad un disorientamento nel tempo e nello spazio. Così il paziente può riscontrare delle difficoltà a ricordarsi una data, o può anche capitargli di perdersi in un luogo che gli dovrebbe essere familiare, come il quartiere in cui vive.
Quali sono i disturbi del comportamento da imputare alla malattia di Alzheimer?
Allo stesso modo delle perdite di memoria, i disturbi del comportamento possono essere di tipo insidioso. I familiari sono allarmati da un’ansia insolita, un disinteresse progressivo, e talvolta anche da uno stato depressivo. L’avvento di tali comportamenti psico-affettivi in una persona anziana che non ha mai presentato dei disturbi psicologici o psichiatrici dovrebbe esortare i familiari ad un controllo neuropsicologico.
Quali sono gli altri sintomi che possono apparire nel corso dell’evoluzione della malattia di Alzheimer?
Generalmente, dopo qualche mese di evoluzione della malattia, la persona affetta comincia a dimenticare alcune parole. Diventando queste dimenticanze sempre più numerose, la persona può anche avere difficoltà a tenere una conversazione. Le sue frasi sono più brevi e tende a lasciarle in sospeso. Intavola meno frequentemente una conversazione. La lettura e la scrittura diventano anch’esse compromesse . Con il progredire della malattia di Alzheimer, la persona affetta può continuare a negare i suoi disturbi di memoria, ma questa volta per un altro motivo. I suoi problemi diventano talmente gravi che non è più in grado di rendersi conto delle difficoltà. Poi, si altera la memoria passata.
Più tardi, la persona non arriva a comprendere il significato delle parole. Non riconosce oggetti e ne dimentica l’utilità. La vita quotidiana appare compromessa, anche se non presenta alcuna incapacità fisica.
Anche la personalità del paziente si modifica in modo significativo. Diventa più irritabile, parla sempre meno, e si disinteressa a poco a poco del mondo esterno.
I suoi comportamenti spesso possono apparire bizzarri, come ad esempio porre sempre le stesse domande, cercare i genitori defunti, ripetere senza interruzione gli stessi gesti, camminare per casa senza meta, svestirsi in pubblico, piangere o ridere apparentemente senza motivo.
Perché le perdite di memoria si manifestano per prime nella malattia di Alzheimer?
E’ sufficientemente dimostrato che i processi inerenti alla memoria si situano nella parte superiore del cervello chiamata corteccia, che è particolarmente implicata nella malattia di Alzheimer.
La malattia può smettere di evolvere per un lungo periodo e ricominciare in seguito?
E’ possibile, ma molto raro. Si potrebbe ipotizzare che il cervello abbia delle “riserve” oppure si “riorganizzi” con cellule sane e che “viva delle sue riserve” durante questo periodo.
La malattia di Alzheimer è una malattia evolutiva. Di conseguenza, se un paziente presenta dei periodi molto lunghi senza alcun deterioramento cognitivo, cioè di tutti i processi attraverso i quali utilizza o acquisisce le conoscenze, si deve forse rimettere in discussione la diagnosi di Alzheimer che ancora oggi può essere attendibile attraverso il protocollo neuropsicologico solo al 90%, difatti si può essere certi solamente attraverso una diagnosi post morte .
A che età può manifestarsi la malattia di Alzheimer?
E’ molto raro che la malattia di Alzheimer compaia nella quarantina, ancora più nella trentina. Questi casi, fortunatamente molto isolati, rappresentano senza dubbio meno dell’1% di tutti i casi.
D’altronde quando la malattia appare così precocemente, la si trova concentrata più spesso, in modo estremo, nello stesso gruppo familiare. In altre parole più membri di una famiglia ne sono affetti.
Quando la malattia si manifesta solitamente a partire dai sessant’anni.
Quanto tempo dura la malattia di Alzheimer?
E’ difficile stabilire esattamente l’inizio della malattia poiché, nel momento in cui i sintomi appaiono, essa ha già fatto dei danni al sistema nervoso centrale. Diventa dunque impossibile valutare con precisione la durata della malattia. Tuttavia, in generale, la malattia si estende su di un periodo approssimativo di otto-dieci anni che può aumentare se curato farmacologicamente bene.
Il principale fattore di prognosi della malattia di Alzheimer, cioè la sua durata, il suo svolgersi ed il suo esito, è, infatti, l’età in cui appare la malattia. Infatti, più l’insorgenza è precoce, più rischia di evolvere rapidamente.
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