28/04/2024
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Cronaca Redazione 14 marzo 2024 23:07 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Il 15 novembre del 2022 abbiamo pubblicato la notizia che la Digos aveva sgominato una cellula nazifascista che preparava un attentato contro la caserma dei carabinieri della nostra città. I terroristi avevano contatti con il Battaglione Azov.
Tra gli indagati un cittadino ucraino, Anton Radomsky di 27 anni che fu arrestato. La stessa misura cautelare fu emessa dal giudice anche nei confronti di Maurizio Ammendola, 43 anni, presidente dell’associazione finita sotto inchiesta, l’Ordine di Hagal, Michele Rinaldi, 47 anni, vice presidente, Massimiliano Mariano, 46 anni (che si occupava di indottrinamento) e Gianpiero Testa, 25 anni, mariglianese, amico di Radomsky, che si occupava di procacciare proseliti, escursioni e riunioni. Gli adepti parlavano di attentati, contro civili ma anche contro la caserma dei Carabinieri a Marigliano.
Su proposta del Questore di Napoli, il Tribunale di Napoli - Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione, oggi, ha emesso nei confronti di cinque persone appartenenti ad un’associazione terrorista eversiva di estrema destra, denominata “Ordine di Hagal”, la misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno nei comuni di residenza. Le misure irrogate variano da 3 anni, in un caso, a 3 anni e sei mesi negli altri quattro.
Il gruppo criminale, la cui esistenza e finalità eversive erano state accertate, nell’ambito di indagini della locale Procura della Repubblica a partire dal 2019, cui ha fatto seguito nel 2022 anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del GIP del Tribunale di Napoli, nei confronti degli appartenenti, aveva la propria base operativa in San Nicola la Strada (CE), ma prevalente estrinsecazione delle condotte pericolose nell’ambito della provincia di Napoli.
L’attività proponente dell’Autorità di Pubblica Sicurezza, avallata dai Giudici della prevenzione, ha argomentato la concreta pericolosità dell’associazione terroristica, costituita dai cinque, mettendo in risalto come, accanto ad un serio programma criminoso volto alla realizzazione di azioni violente ed eclatanti a scopo terroristico ed eversivo, sussistesse una struttura associativa forte e stabile e, quindi, un apparato organizzativo ben più che semplicemente rudimentale, condizione minima richiesta ai fini dell’incriminazione penale ai sensi dell’art 270 bis del codice penale.
Gli appartenenti, infatti, avevano dotato l’associazione di una organizzazione gerarchico-piramidale, ben definendo tra loro compiti e ruoli: dallo svolgimento dell’attività di propaganda, proselitismo, indottrinamento e reclutamento, svolta anche attraverso canali social, a quella dell’addestramento operativo.
Il Tribunale ha pertanto accolto le proposte avanzate dal Questore di Napoli, condividendo la prognosi di pericolosità personale degli associati, poi colpiti dalla misura di prevenzione, per ciascuno dei quali è stata evidenziata la ricorrenza di solidi elementi probatori, in sede cautelare, circa l’intenzione di passare all’azione tramite atti di tipo terroristico.
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