07/06/2023
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Cronaca Redazione 29 settembre 2008 19:31 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
NOLA - Ancora intimidazioni. Un altro gravissimo episodio. La mia segreteria politica di Nola è stata nuovamente bersaglio di un raid. Una delle finestre degli uffici è stata forzata con una spranga di ferro. Qualcuno ha tentato di entrare per compiere chissà quale altro misfatto. Le forze oscure dell’antiStato ci riprovano.
Solo un mese fa, di ritorno dalle vacanze, dovetti sopportare un’altra inquietante scoperta: 5 colpi di pistola sparati con lucida precisione all’indirizzo della mia segreteria di via Madonna delle Grazie. Ieri come oggi abbiamo prima denunciato e poi riparato il danno. I fori dei proiettili sono scomparsi, così come i segni dell’effrazione. Tutto è come prima. Anzi per la verità non è mai cambiato nulla.
Il regista di questa spregevole sequenza sappia che non ha centrato l’obiettivo e non lo centrerà mai. Non so affatto a chi mi sto rivolgendo, perché chi mi ha preso di mira non ha coraggio se non quello che gli infonde una pistola. Sono certo che le forze dell’ordine, che indagano con solerzia e meticolosità, assicureranno presto alla giustizia l’autore dei crimini. Oggi però, per me, la priorità è una soltanto: far sapere a chi, ed a quanti, pensano di potermi intimidire, che la strategia è completamente sbagliata.
Evidentemente non mi conoscono. Non ho paura. Sono arrabbiato. E inviperito per come si tenta di frenare gli entusiasmi e le passioni di chi, come me, si sente forte delle proprie idee. Non è fiaccato il mio senso del dovere, il rispetto delle regole e la difesa della legalità, dei miei valori, della mia gente e della mia terra. Questo atto criminale mi ha consentito ancor più di riflettere sulla portata dell’impegno politico e per questo mi sento più forte.
Non mi sono stancato di denunciare sopraffazioni ed ingiustizie, di sottolineare le inefficienze e le incapacità che comportano responsabilità politiche e responsabilità penali. Come uomo e come politico non ho che una meta: contribuire a liberare il nostro Paese dall’assedio dell’illegalità, della prevaricazione, della prepotenza. Delle camorre.
Paolo Russo
Nella foto i colpi d'arma da fuoco sul muro
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