11/12/2023
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Politica Redazione 28 maggio 2023 13:03 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
26 maggio 2023 – Portici presso Villa Fernandes
PORTICI - A Portici si è parlato di Sud, o meglio di un "attentato" che per il Sud si sta preparando con l'autonomia differenziata.
I relatori erano di altissimo livello politico, sociale e giuridico. Si trattava dei parlamentari Alessandro Caramiello, Sergio Costa e Mariolina Castellone, tutti del movimento 5 stelle; dei proff. di diritto costituzionale Massimo Villone e Lorenzo Chieffi, del prof. Leandro Limoccia, ricercatore di Sociologia Generale presso Università degli Studi di Napoli Federico II nonché referente dell'Ass.ne Libera (tra l'altro Villa Fernandes, dove si è tenuto l'incontro, è un bene confiscato alle mafie).
La questione dell'autonomia differenziata è gravissima e mina fortemente le basi dell'unità nazionale e, credo, anche dell'ordine democratico. Non mi addentro in questioni storiche che non mi competono, ma il deserto demografico ed economico che sta vivendo il meridione d’Italia è un fatto che nessuna ricerca può smentire. “Abbiamo al sud un PIL inferiore a quello della Grecia” ebbe a dire lo scrittore Maurizio de Giovanni non più di qualche settimana fa a skytg24. Tutti i relatori hanno ben evidenziato come la questione venga da molto lontano. Da almeno trentacinque anni, infatti, con la nascita della Lega (prima furono Liga Veneta e Lega lombarda poi unificatesi in Lega Nord) si è cominciato a instillare nella cultura e nella mentalità popolare un sentimento, già ben presente nella società italiana, di marcata differenza tra sud e nord che nel dopoguerra e con la stesura della Carta Costituzionale si era cercato faticosamente di appianare, come ha ricordato il prof. Chieffi. E' passata così la convinzione e il pregiudizio di un sud fannullone e sprecone e di un nord operoso e concreto. Poi con la riforma costituzionale del 2001, con poteri crescenti alle regioni in particolare in materia di sanità, e con l'introduzione del criterio di ripartizione dei finanziamenti statali agganciati alla "spesa storica" si è di fatto istituzionalizzata una sperequazione che ha assegnato alle regioni del nord e del centro molti più fondi in materia di infrastrutture, scuole e ospedali. Si calcola che con il criterio della spesa storica (in pratica, semplicisticamente, chi aveva speso X riceveva l'anno successivo la stessa X somma) al sud siano stati sottratti 20miliardi di euro l'anno dal 2001 a oggi. Qualcosa quindi come 650 miliardi di euro, altro che PNRR! Si arriva a un esempio limite, ed illuminante, ricordato dal prof. Villone che a Reggio Emilia e a Reggio Calabria, che hanno lo stesso numero di abitanti, ci siano rispettivamente 67 e 3 asili nido. E gli asili nido che danno possibilità alle famiglie, e in particolare alle donne, di lavorare con maggiore libertà e quindi di far crescere il tessuto economico dei territori, sono un grande volano di sviluppo. Altro volano di sviluppo negato al sud è il collegamento ferroviario ad alta velocità che al sud, eccezion fatta per Napoli e Salerno, non ha mai visto la luce mentre oramai tutte le città del nord sono collegate. E in tutto questo scenario c'è un drammatico spopolamento che tutti noi viviamo nelle nostre famiglie perché i nostri giovani vanno a studiare a lavorare al nord e all'estero. Il criterio della spesa storica ha fatto si che i cosiddetti LEP, i Livelli Essenziali di Prestazioni che stabiliscono una quota pro capite di spesa pubblica, siano sbilanciati fortemente a favore delle aree più ricche che più spendono e più ricevono. L’autonomia differenziata così come scritta da Calderoli stabilirà che il gettito fiscale di imprese e persone fisiche possa essere trattenuto, per alcuni capitoli di spesa, fino al 90% dalle regioni e dalke amministrazioni territoriali. Finirà così lo stato unitario, finirà così ogni criterio di mutualità e, a cascata, anche al nord ci saranno aree sempre più ricche e aree sempre più povere. Per non dire poi di capitoli come la scuola e l’istruzione che se fossero così frantumate, polverizzate, sui territori senza una visione unitaria dello stato e dell’educazione sarebbero davvero mine antiuomo disseminate su un sentiero storico pericolosissimo dalle conseguenze inimmaginabili.
Alessandro Caramiello, del Movimento 5 stelle ultimamente si è avvicinato al Movimento per l'Equità Territoriale fondato da Pino Aprile (che da anni si batte per il riscatto del mezzogiorno) il cui segretario è Piernicola Pedicini, persona veramente preparata e capace, laureato in fisica, parlamentare europeo, eletto nel movimento 5stelle. Oggi non è più nel movimento ma non è approdato ad altri gruppi politici e ha fatto della difesa del meridione e di tutte le aree depresse d’Europa il manifesto e la ragione del suo impegno politico.
Io personalmente spero che tutto il Movimento 5 stelle, la cui rappresentanza parlamentare è a maggioranza meridionale, si faccia promotore di uno sbarramento trasversale con tutti i partiti e con i movimenti della società civile come è appunto il movimento di Pino Aprile che è riuscito anche a presentarsi e far eleggere qualche rappresentante in alcuni comuni. Come ha tenuto sottolineare Mariolina Castellone, sull'autonomia differenziata anche il fronte di destra non sembra così compatto. Si sta spaccando su questo argomento. Non vedo come i deputati meridionali eletti in Fratelli d'Italia e Forza Italia possano convergere su tale gravissima sperequazione con i loro colleghi di partito eletti al nord. Cosa racconteranno ai loro elettori, nei loro territori di provenienza, quando, in base all'autonomia impositiva e alla trattenuta del gettito fiscale delle regioni, per la desertificazione di cittadini e imprese quelle regioni povere riceveranno sempre meno? Come potrà il Molise, ad esempio che conta solo 300.000 abitanti provvedere a sanità e scuole? E la Basilicata con 530mila abitanti? o la grande Calabria con soli due milioni di abitanti che è molto meno della sola area metropolitana di Napoli? Gli abitanti del sud dovranno concentrarsi nelle tre o quattro grandi aree metropolitane di Bari, Napoli-Caserta, Palermo?
Infine, è stata lanciata una petizione per chiedere il cambiamento della legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Il requisito minimo di firme per chiedere la revisione di una legge è di 50mila firme. Ebbene in breve tempo ne sono state raccolte il doppio, segno che il problema è molto sentito, quindi la legge verrà riproposta in una maniera che si spera possa essere la più condivisibile da partiti e regioni. Ma sarà davvero dura.
Testo e foto di Maurizio Sena
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