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Cronaca Redazione 22 dicembre 2017 20:36 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Sottoposto ad intervento chirurgico anziano ferito nella sparatoria. Di Monica Cito
BRUSCIANO - Guerra di camorra: stabili le condizioni del 83enne Raffaele D'Amore, vittima innocente della sparatoria consumatasi nel pomeriggio di mercoledì nel centro cittadino. L'anziano è stato raggiunto “per errore” dai proiettili esplosi tra la folla dai sicari destinati al pregiudicato Vincenzo Turboli, 38enne, braccio destro del boss Tommaso Rega, reggente del clan dei Chirichiello. I proiettili hanno risparmiato il pregiudicato, ferito solo di striscio al calcagno, mentre hanno invece raggiunto al gluteo e all'inguine la vittima innocente che ricoverata all'ospedale Santa Maria della Pietà di Nola, è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico ai genitali.
Per fortuna non versa in pericolo di vita. Intanto proseguono a ritmo serrato le indagini dei carabinieri che dal pomeriggio della sparatoria, lavorano ininterrottamente per tentare di identificare i sicari, a quanto pare circa sei persone, che hanno aperto il fuoco in una strada affollata di gente. Lavoro arduo quello condotto, in un clima di omertà e indifferenza, dagli uomini dell'Arma. Neppure dinanzi al sangue di un innocente infatti, la comunità ha offerto la propria collaborazione ai carabinieri, commercianti e residenti interrogati, non hanno fornito agli inquirenti alcuna informazione su ciò che hanno visto, nessun aiuto.
Tutti trincerati dietro un silenzio complice e colpevole. All'indomani del grave agguato, è arrivata invece, come una nota leggermente stonata dopo un silenzio lungo un anno colmo di violenza e terrore, la prima dichiarazione di condanna contro la camorra, da parte del parroco del paese don Salvatore Porcaro. “ Ribelliamoci alla camorra, accendiamo la luce della speranza”! La notte di Natale accendiamo insieme un lumino in piazza XI Settembre-scrive il prelato in un post pubblicato sul suo profilo facebook-. Sarà una “emoticon” per mandare un messaggio di affetto al nostro paese.
Da troppi mesi la nostra amata Brusciano vive sotto l’assedio di gruppi malavitosi che si contendono la piazza dello spaccio accendendo focolai di terrore ovunque. Ho tentato per mesi di lavorare nella discrezione del mio ministero per favorire processi di riconciliazione e conversione. Ma sono consapevole che il problema non riguardi solo la criminalità dei malviventi: c’è anche il silenzio degli onesti. Non possiamo adattarci al malaffare! Dopo i recenti spari, é urgente che come Pastore di questa comunità esorti i mie fratelli di fede a offrire il proprio contributo di sensibilizzazione per amore della nostra città.
Pertanto-prosegue il parroco- la notte di Natale, al termine della Messa di Mezzanotte, invito tutti gli uomini e le donne di Brusciano a riappropriarci della nostra piazza. Ci ritroveremo all’1 di notte in piazza XI settembre, ognuno con un lumino tra le mani, lo accenderemo tutti insieme e lo riporteremo a casa nostra per metterlo sulla nostra finestra...
Sono consapevole che questo non risolverà il problema della camorra, che chiede certamente alle autorità competenti di raddoppiare le forze e a ciascuno di lasciare il silenzio omertoso, ma ci aiuterà nell’epoca delle emoticon a mandare un messaggio con il simbolo giusto! Confido-conclude- nella partecipazione di tutti, credenti e non credenti, perché la Speranza, come il Natale, appartiene alla tradizione del nostro popolo”. Una fiaccolata dunque nella notte di Natale, ma in tanti esprimono disappunto per il fatto che si sia dovuto attendere che la guerra di camorra tra i diversi cartelli criminali del territorio, che si protrae ormai da un anno, facesse la prima vittima innocente per poter dare un segnale di dissenso.
Meglio tardi che mai, forse. Ma di certo meglio prima che poi. Meglio condannare gli episodi di violenza sul nascere, meglio condannare le azioni criminose dei clan sin da subito, meglio esortare i cittadini a rinnegare i comportamenti omertosi, forse avremmo risparmiato le sofferenze del povero zii Raffele. Anche il sindaco Giosy Romano, scosso dal ferimento dell'anziano innocente o forse dal timore dell'eco mediatica che ne sarebbe scaturita, si è risvegliato e ha deciso di rompere il silenzio “assordante” di questi lunghi 12 mesi durante i quali un branco di camorristi da 4 soldi ha tenuto sotto scacco la cittadina da lui amministrata. Lo ha fatto con un post pubblicato su facebook e misteriosamente scomparso alcune ore dopo la pubblicazione:
“Le videocamere installate nel centro storico sono state di grande supporto per le indagini delle forze dell’ordine sull’assurdo episodio camorristico di ieri sera-ha annunciato il primo cittadino- I carabinieri sono arrivati alla svolta decisiva anche grazie alle immagini registrate dall’innovativo apparato di videosorveglianza installato dal Comune e messo a disposizione dei militari”. Le videocamere di sicurezza sono certamente uno strumento utile, ma da sole non garantiscono alcuna sicurezza per i cittadini, e lo dimostra il fatto che, nonostante la loro installazione, proprio il centro del paese è stato più volte, troppe, scenario di sparatorie ed esplosioni di ordigni.
Il lavoro esemplare, svolto con abnegazione e spirito di sacrificio da parte dei carabinieri, prosegue ininterrottamente da un anno, e certamente non grazie alle telecamere, né ad alcun supporto da parte dell'amministrazione. Non si ha memoria di alcun vertice sulla sicurezza, né della convocazione di un consiglio comunale monotematico sulla questione. Ciò di cui si ha purtroppo memoria, è solo di una fitta coltre di omertà e del silenzio degli onesti .
Monica Cito
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