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Cronaca Sebastiano Perrone 28 gennaio 2010 19:07 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Nessuna riabilitazione per l’Italia. Resta aperta la richiesta di infrazione da parte della Commissione Europea. La Commissione Petizioni del Parlamento Europeo conferma quanto aveva deciso nella precedente riunione del 1 dicembre 2009, di effettuare una missione conoscitiva in Campania. E’ questo l’esito della seduta odierna nel corso della quale sono stati ascoltati i rappresentanti del Governo e della Regione Campania sulle questioni sollevate dai diversi comitati/movimenti in merito alla gestione dell’emergenza dei rifiuti.
Ancora una volta erano presenti ai lavori – a proprie spese – l’avv.Tommaso Esposito di Acerra e Sebastiano Perrone di Marigliano, per rappresentare le istanze dei comitati cittadini contro l’inceneritore più grande d’Europa e per il disastro ambientale del territorio Acerrano-Mariglianese.
Non hanno convinto i Parlamentari Europei e la rappresentante della Commissione Europea gli interventi dei rappresentanti nazionali e regionali, sulla effettiva uscita dalla emergenza secondo quanto previsto dalle normative europee vigenti.
Di fronte alle inesattezze riportate dalla delegazione italiana, i rappresentanti dei comitati presenti, hanno chiesto di intervenire.
L’avv.Tommaso Esposito delegato a parlare in nome dei comitati, ha criticato quanto riportato negli interventi e sottolineato con rammarico che nonostante l’ultimo decreto legge in materia, la Campania è ancora priva di un piano adeguato e trasparente che consenta alla Regione di uscire dalla Emergenza, cosi come richiesto dalla Commissione Europea. Forte è stata la critica rispetto alla volontà di costruire cinque inceneritori, come sostenuto dal capo della struttura tecnica del sottosegretario Bertolaso, che dimostra l’assoluta violazione della gerarchia nella gestione dei rifiuti previsto dalla direttiva CE 19/11/2008 e la volontà di bruciare tutto e di più, nell’assenza di una politica di riduzione, riuso, raccolta differenziata e riciclaggio, nonché di ogni attività di bonifica e messa in sicurezza del territorio, con conseguenti ripercussione sulla salute dei cittadini costretti paradossalmente, cosi come previsto dall’ultimo decreto, a pagare con le proprie tasche i costi delle scelte scellerate perpetrate in questi anni.
Ha denunciato inoltre, che l’inceneritore di Acerra è ancora in fase di collaudo, spento e riaccesso in continuazione, brucia rifiuto indifferenziato e nulla si sa circa lo smaltimento delle ceneri di combustione. Ha inoltre evidenziato che sebbene a dirigere l’ARPAC sia oggi chi fino ad ieri era il presidente della Commissione di Collaudo dell’inceneritore di Acerra, non si riesce a sottacere che nell’area ove ricade l’impianto si sono superati dal 26 marzo 2009 ad oggi, per ben 191 volte i valori di PM10 consentiti a fronte del limite di 35 volte l’anno previsto dalle normative vigenti, senza alcun intervento teso ad individuarne e rimuoverne le cause.
Ha quindi auspicato che si faccia chiarezza e che l’Europa continui a monitorare quanto avviene in Campania, soprattutto alla luce dell’assenza di ogni dato che dimostri una solida programmazione conforme alle direttive Europee, una adeguata rete di infrastrutture e la rendicontazione reale e documentata, ad oggi inesistente, come riconosciuto dalla Commissione Europea e dai Parlamentari presenti.
Comunicato
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