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Franco Trifuoggi 27 novembre 2013 22:53 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
Quanto ci costa essere italiani? Diario della giovane impresa ai tempi della crisi, Tullio Pironti editore, Napoli 2013. Il libro di Angelo Bruscino.
MARIGLIANO - Giovane e dinamico imprenditore, giornalista pubblicista, saggista apprezzato, Angelo Bruscino offre al lettore con questo libro (Quanto ci costa essere italiani? Diario della giovane impresa ai tempi della crisi, Tullio Pironti editore, Napoli 2013) il frutto delle sue riflessioni e delle esperienze vissute nell’ultimo triennio da lui e da tanti amici che, “a Napoli come in Confapi, hanno voluto sfidare i tempi bui con la sola forza del proprio lavoro”. Nato “per caso e per passione”, il volume rispecchia, quindi, in circa 300 pagine, pensieri, opinioni, storie – già oggetto di contributi su giornali napoletani o nazionali e sul web – di un rappresentante delle piccole aziende impegnato nella Green Economy, chiamato a muoversi con le sue aziende “con mille occhi di riguardo verso tutti gli accadimenti che si sono susseguiti” in un periodo caratterizzato “dal rischio default”, dall’ “inasprimento della pressione fiscale”, dalla “stretta creditizia”, per non parlare del crollo dei consumi, dell’incremento della povertà, delle “guerre di camorra”.
Un testo, dunque, di grande attualità, che l’autore divide in tre parti riproducendo argutamente i titoli delle tre cantiche della Commedia di Dante, e premettendo ad ognuna una significativa terzina della cantica. L’ Inferno accoglie, quindi, “riflessioni e analisi riferite direttamente alla crisi economica, ma anche politica ed etica”, che dal 2009 ha travagliato l’Italia, il Sud e Napoli; il Purgatorio sviluppa la tematica dell’ambiente, a lui familiare, non senza “spunti futuristici sullo smaltimento dei rifiuti”; mentre il Paradiso, ovviamente, presenta “una serie di buoni propositi per il nostro avvenire, spesso veicolati con appelli e lettere indirizzate alle istituzioni”, e legati particolarmente alla sua esperienza in Confapi come animati dalla volontà di “varcare i confini economici e culturali, sfidando nuovi mercati come quelli della Cina”. L’autore, pertanto, confessa coraggiosamente il nobile obiettivo al quale consacra la lettura del testo: “Guardarci un po’ alle spalle per indirizzare meglio il futuro, analizzando ciò che non è andato per stimolarci nella costruzione di una nazione più giovane e intraprendente”, nonostante le difficoltà opposte dai “labirinti della burocrazia e della gerontocrazia”.
Sfilano, così, davanti agli occhi del lettore, articoli, lettere e proposte di varia misura, che vanno dalla esigenza inderogabile di una riforma della burocrazia ai pericoli della Class Action per le imprese al rischio della cronicizzazione della crisi alla necessità di nuovi sbocchi di mercato; dal bisogno di tutelare la sicurezza e l’operatività dei piccoli imprenditori al dibattito sul rilancio del made in Campania all’elevato tasso di evasione fiscale nel Sud alla spaventosa disoccupazione giovanile all’ineguale impegno di solidarietà reciproca tra Nord e Sud; e ancora dalla “Napoli fredda e perduta” dell’inverno 2010-11 all’affievolimento dello senso di unità nazionale al sogno di una Napoli migliore; alla dipendenza della nostra “economia disastrata” dalle scelte franco-tedesche all’accusa allo Stato di essere divenuto “un assassino di speranza” a causa dei debiti verso le imprese a cui fa riscontro la celerità della riscossione fiscale; alle “disavventure di un imprenditore in un giorno di mezza estate” e ai “costi di 14 anni di euro”.
La seconda sezione sottolinea la validità del riciclo e la necessità di dare spazio alle bioenergie, come l’utilità della differenziata, strumento “per risparmiare costi, non solo ambientali”; l’incubo spazzatura; le opportunità che offre un mercato energetico liberalizzato. L’ultima parte, poi, rivendica il valore dei “giovani vera energia rinnovabile” e dell’istruzione come risorsa accanto all’ineluttabilità del rilancio della questione morale per le generazioni future; e l’autore auspica la costruzione di reti di eccellenza “per rendere le giovani imprese più produttive e competitive sul mercato”, evidenziando l’opportunità, per la Campania, del connubio fra piccola impresa e giovani. Non mancano brani vivacemente polemici, come il triplice intervento sui “bamboccioni” e sulla “presunta incapacità dei giovani di costruirsi un futuro”: vi risalta la lettera aperta al ministro Brunetta, a cui si affianca la lettera aperta al vice-ministro Michel Martone a difesa degli universitari fuori corso, da lui troppo disinvoltamente definiti “sfigati”. Ad esse si accompagnano l’affermazione della possibilità di favorire le pari opportunità e la meritoria rivendicazione della “vera immagine dei Napoletani – purtoppo deteriorata a causa dell’emergenza rifiuti e delle guerre di camorra – sulla base del riconoscimento delle forze sane della città.
La trattazione, corredata da utili tabelle statistiche, offre, come si è visto da questo pur sommario regesto, una gamma amplissima non solo di idee e di osservazioni interessanti, ma di proposte avanzate nel duplice segno del realismo e dell’impegno coraggioso e determinato per il rinnovamento. Un discorso, questo del Bruscino, che si dipana in una scrittura sempre lucida e trasparente, che asseconda docile il ritmo del pensiero con puntualità e coerenza argomentativa. Da essa spira, del pari, un giovanile ardore intellettuale con un costante anelito al progresso e una fervida esigenza di partecipare agli altri la volontà di assiduo e coraggioso attivismo per un futuro migliore. Questo motivo ritorna efficacemente nell’epilogo, che rende ragione del titolo, attraverso l’enumerazione dei sacrifici da noi sopportati, ma insieme libera una consolante certezza: “sappiamo bene che sorprenderemo ancora questa Europa che non ci capisce, né conosce bene, sappiamo che presto avremo un colpo di reni, che dimostreremo di nuovo a tutti quanto valiamo, ma sempre nel nostro piccolo, nelle nostre case, nelle nostre aziende e nella nostra vita…”.
Infine l’autore, con lodevole acribìa, avverte che “molti temi o avvenimenti” discussi nel suo diario “si sono inevitabilmente evoluti nel tempo rispetto allo scenario di partenza, in meglio o in peggio”, mentre “il cambiamento sociale e politico è comunque in atto”. E conclude, con accenti appassionati, nel segno della “speranza sincera che imprenditori piccoli e grandi, lavoratori dipendenti e professionisti, padri e figli…si sentano in grado di guardare al domani con tanto coraggio e senza farsi vincere dalla paura…”.
P.S.
Il libro sarà presentato venerdì 29 novembre 2013 alle ore 17:30.
Fondazione Valenzi,
Maschio Angioino,
Napoli
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