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Letteratura Ercole Capuozzo 27 marzo 2005 21:33 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
'L’amore, scrive Henri de Regnier, è eterno finché dura'. Il che vuol dire che l’amore eterno non è.
Nei suoi diversi aspetti, esso ci coinvolge tutti. E, come l’Arte, ha il potere di farci vivere al di fuori del tempo.
Nei rapporti interpersonali,'Eros' è quel tipo di amore che ha la sua radice profonda nel desiderio sessuale. Questo genere di amore, dice Lewis, genera desiderio di possesso e di esclusività, non disgiunta dall’idealizzazione del partner a da una tendenza al dominio totale su di lui.
'Philia' è detto,invece, l’amore basato sull’aspettativa di una reale gratificazione da parte dell’altro, che si intende ricambiare. E’ un amore, dice ancora Lewis, che si nutre di ammirazione, di sostegno, di attribuzione, di qualità positive dell’altro.
Àgape, che i greci consideravano l’amore più elevato, è una forma d’amore verso l’altro per favorirne la sopravvivenza e il benessere, senza attendere in cambio particolari gratificazioni. E’ l’amore altruistico. E’ quello rivolto anche a coloro che non riamano. E’ l’amore che non giudica. E’ l’amore della mamma verso il figlio.
L’amore materno, però, non dev’essere totalizzante, altrimenti blocca il processo di autonomia del figlio e la conquista, da parte di questi, della propria identità. L’amore, scrive Binswanger, è la forma più alta in cui si esprime il 'ci' dell’'esserci', ossia l’originaria apertura del singolo uomo agli altri. E il suo centro, continua Binswanger, è il cuore che esprime proprio tale apertura. Anche il mito considerava come il centro dell’amore il cuore, ma perché di fronte all’amato o all’amata aumentavano frequenza e forza dei suoi battiti.
Freud, contrapponendo amore e morte, Eros e Thanatos, vede nell’amore il tentativo di contrastare la forze disgregatrici, le pulsioni di morte. Mentre Hesse ribadisce che 'senza amare sé stessi non è possibile amare anche il prossimo. Nell’amore interpersonale in generale, ognuno di noi dovrebbe rendersi conto che esso non è mai definitivamente, ma diviene. E che esso non annulla (né lo deve) la propria individualità. A tale proposito, scrive Gibran:'Non fate dell’amore una prigione:vi sia tra le rive delle vostre anime un moto di mare'. Come?con quale linguaggio?
E’ stato scritto: 'L’amore anche quando tace, parla'. E ancora: 'L’amore appartiene all’enigma e l’enigma all’indicibilità'. Perciò, il più delle volte, l’amore non ha bisogno di parole.
L’amore, per trovare la più completa realizzazione e non deviare in forme di egoismo, come la gelosia, l’oppressione, il possesso…occorre che sia accompagnato dall’intelligenza e dalla libertà: l’intelligenza, che permette a chi ama di vedere nella persona amata l’esigenza di un proprio spazio che deve essere sempre riconosciuto, e di una dignità che non deve essere mai calpestata; la libertà, che rende l’amore un dono, un atto di volontà, e che valorizza la persona umana.
E proprio come la libertà, l’amore vuole un rapporto paritario,il rispetto dell’altro, apertura, tolleranza, comprensione, autonomia.
Cosicché, dopo ogni esperienza autentica d’amore, dovremmo 'essere di più', sentirci cioè migliorati, arricchiti dentro. Per cui, occorre sempre sforzarsi di comprendere. Anche quando ciò appare difficile. O lo è davvero?
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