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Cronaca Loredana Monda 04 gennaio 2008 01:20 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Carabinieri da Castello di Cisterna a Ottaviano, per
stanare un latitante condannato all'ergastolo.
Michele Auriemma, classe 1962, soprannominato "Michele
Zì Bacc", residente a San Giuseppe Vesuviano, ritenuto
legato alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele
Cutolo, latitante dal 13 novembre scorso, è stato
stanato alle prime luci dell'alba del 3 gennaio 2008.
Ad arrestarlo i carabinieri del Reparto Territoriale
di Castello di Cisterna, unitamente ai loro colleghi
della stazione di Ottaviano.
L'uomo è stato bloccato,
a conclusione di un rocambolesco inseguimento tra
Somma e Ottaviano, anche attraverso l'impiego di una
unità dell'elinucleo di Pontecagnano (Salerno). Il
quarantacinquenne, destinatario di un regolare
permesso, si era allontanato da un istituto di
rieducazione senza farvi più ritorno. Di recente era
stato condannato all'ergastolo. Auriemma è stato
localizzato a circa un chilometro di distanza
dall'abitazione di Ottaviano, nella quale aveva
trovato rifugio. Aveva tentato la fuga, a piedi scalzi
per oltre mezza ora.
Con lui è finita in manette una
donna, ritenuta responsabile di procurata
inosservanza della pena in considerazione del fatto
che il 31 dicembre 2007, la corte di Assise di
Appello di Napoli, aveva disposto l'applicazione
della misura cautelare della custodia in carcere a
seguito della condanna dell'uomo all'ergastolo per
omicidio volontario, per porto e per detenzione di
arma arma, in relazione a fatti commessi in Palma
Campania in data 8 luglio 2000. Malgrado l'età non
avanzata, Auriemma vanta, stando alle forze
dell'ordine, un curriculum criminale di tutto
rispetto, tanto che ha già scontato circa 20 anni di
carcerazione, per reati connessi alla criminalitÃ
organizzata.
Scarcerato nell'aprile del 2000, dopo 10
anni consecutivi di galera, avrebbe ripreso la sua
attività delinquenziale, soprattutto su Ottaviano, suo
paese d'origine, associandosi ad altri personaggi,
primo fra tutti Pagano Domenico, deceduto nel 2007 a
seguito di un agguato di camorra, con il quale avrebbe
praticato estorsioni ai danni degli imprenditori e dei
commercianti del luogo. E' recente, invece, la
condanna all'ergastolo, quale autore e mandante
dell'omicidio di Carmine Nappi, del luglio 2000, a
Palma Campania.
All'epoca, le forze dell'ordine
faticarono a risalire al movente, che non era, infine,
da ricercare in faide di camorra, ma in questioni
passionali. Carmine Nappi era reo di aver avuto una
relazione con la moglie di Auriemma. La vittima era in
compagnia di un figlio minorenne quando era stato
premuto il grilletto contro di lui. Dopo l'agguato,
Auriemma si rifugiò a casa di un amico nel
Salernitano, dove finiì però in manette proprio come
sospettato dell'omicidio. Nei giorni scorsi, la terza
sezione penale della Corte di Assise di Napoli l'ha
condannato, ora, al massimo della pena per quel
delitto, che avrebbe potuto fare anche una vittima
innocente, per l'appunto il bambino.
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