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Cronaca Nicola Riccio 04 settembre 2015 08:49 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Un agguato di camorra nel 1998 a Scisciano uccide Giuseppina Guerriero di Marigliano , vittima innocente, nel cui ricordo ha preso vita il Presidio Libera area nolana
Giuseppina stava tornando a casa dalla sua famiglia quando si trovò in mezzo ad una sparatoria fra camorristi. Un colpo, partito da una delle armi dei killer la raggiunse alla testa. Lavorava solitamente in campagna ed amava cucinare. Da qualche giorno aveva saputo che un ristorante a Scisciano cercava personale e lei si propose. Due erano i chilometri che Giuseppina avrebbe dovuto fare tutti i giorni dal locale alla sua abitazione di Marigliano , due chilometri percorsi in auto, con l’«Alfa 33» del marito. Erano le 23 di quel 3 settembre quando , in corso Garibaldi a Scisciano, Giuseppina ha incrociato i due sicari : obiettivo Saverio Pianese, capozona di Scisciano del clan Capasso.
Nella sparatoria Giuseppina fu colpita alla testa . Soccorsa da alcuni passanti e portata al pronto soccorso dell’ospedale di Nola, fu trasferita subito in un nosocomio napoletano per le sue condizione gravissime. Il marito della donna e suo fratello decisero di comune accordo di non dire ai figli tutta la verità dell’accaduto : “ Come si fa a spiegare ad una bambina di 14 anni che la madre rischia di morire perché dei delinquenti si sono sparati tra di loro?». Giuseppina ed i suoi parenti si sono arresi all’evidenza alle ore 19 quando i medici hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione a procedere all’espianto degli organi.
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