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Cronaca Franco Trifuoggi 25 febbraio 2017 22:23 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
L’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Torino, il 28 gennaio u.s., è stata teatro della cerimonia inaugurale dell’Anno Giudiziario 2017. Dopo il corteo dei Magistrati e degli Avvocati e l’esecuzione dell’inno nazionale da parte del Coro della Scuola Carabinieri, S.E. il dott. Arturo Soprano, Presidente della Corte di Appello, ha tenuto la relazione sull’amministrazione della giustizia nel Distretto della Corte di Appello di Torino.
L’intervento di S.E. Soprano, come sempre puntuale, incisivo ed esauriente, è stato caratterizzato anzitutto da una vigorosa e coraggiosa rivendicazione dell’opera dei Magistrati italiani che – egli ha precisato – “sono i più produttivi tra i loro colleghi dei 57 Stati del Consiglio Europeo”. Non è tollerabile – ha affermato – che “le cause del malfunzionamento del servizio“ e i ritardi nelle decisioni vengano addebitati “a fantasiose neghittosità“, così come non è più ammissibile che sia ulteriormente ritardata l’adozione di provvedimenti atti ad assicurare un corretto funzionamento degli Uffici giudiziari. Al riguardo egli ha deplorato, tra l’altro, accanto al “pressante carico di lavoro”, la “penuria delle risorse materiali e umane”, l’incompletezza dell’ informatizzazione, l’insufficiente depenalizzazione, l’eccesso di formalismo. E opportunamente ha riconosciuto che “non può definirsi giusta una Giustizia che intervenga dopo molti anni dall’avvio del giudizio di primo grado”, così come “nessun indennizzo potrà mai compensare le sofferenze patite da chi, per lunghi anni, ha infruttuosamente atteso il riconoscimento del suo buon diritto”; ha, quindi, deplorato la mancanza di una visione di insieme, “uno studio attento delle cause della crisi e dei rimedi da approntare”. Ha sapientemente disegnato, altresì, il modello di Magistrato a cui occorre tendere: quello di un “servitore dello Stato fedele, qualificato, preparato, laborioso e in grado di legittimarsi esclusivamente con il proprio lavoro e con la propria professionalità”, rifuggendo dai riflettori e operando in dignitoso silenzio e con “assoluta indipendenza di giudizio”. Concetti, questi, da lui illustrati efficacemente con citazioni di passi di illustri giuristi e immagini suggestive.
Ha fatto sèguito una lucida ed analitica disamina delle riforme da attuare: è stato posto l’accento sulla priorità della lotta ai reati di corruzione, e sono state formulate alcune precise proposte nel settore penale e in quello civile, non senza un accenno alla recente riforma della Magistratura Onoraria. Il Presidente ha infine illustrato la situazione generale nel Distretto della Corte di Appello di Torino, per poi concludere con un “invito alla speranza” e un’esortazione ai giovani Magistrati a proseguire nell’operoso cammino intrapreso dai colleghi più anziani “sulla via dell’indipendenza, della diligenza, dell’ardore e dell’operosità, rifiutando pigrizia mentale e comodo conformismo: esortazione suffragata da un’opportuna ed altamente significativa citazione di Piero Calamandrei.
All’intervento del dott. Soprano, sottolineato da calorosi applausi dal qualificato uditorio – che ne ha apprezzato il rigore argomentativo, la perspicuità dell’espressione, il vigore deplorativo e la concretezza propositiva – , hanno fatto sèguito gli interventi degli organi istituzionali, tra i quali la rappresentante del C.S.M. Senatrice M. Elisabetta Alberti Casellati, il rappresentante del Ministro della Giustizia Cons. Giuseppe Santagata, il Procuratore Generale presso la Corte di Appello Ecc. Francesco Enrico Saluzzo, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati avv. Mario Napoli. Il coro della Scuola Carabinieri, precedentemente applaudito per la suggestiva esecuzione dell’inno “Virgo Fidelis”, ha concluso la manifestazione con la “Marcia di Edward William Elgar”. All’illustre Presidente Soprano, che è orgoglio e vanto della città di Nola e del suo Circondario, la nostra redazione rivolge le espressioni della propria ammirazione e stima con le più fervide congratulazioni.
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