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Cronaca Franco Trifuoggi 30 dicembre 2012 23:21 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Non avrei mai immaginato che toccasse dettare il tuo elogio funebre a me, che, tanto più grave di anni, da tempo auspicavo che fossi Tu a benedire le mie spoglie mortali. Purtroppo la mia aspirazione è stata improvvisamente ribaltata: il Signore ha voluto chiamarti in anticipo al premio eterno “che i desideri avanza”, meritato dalla tua vita esemplare di francescano, aureolata di santità. Sì, anche se non fa miracoli, può esser detto “Santo in terra” chi ha consacrato tutta la propria esistenza a Gesù e alla Madonna, alla pratica costante del Vangelo, ha speso tutte le sue energie nel predicare e fare il bene, nel soccorrere i miseri e i bisognosi, alleviare le pene degli afflitti, dare coraggio ai depressi e agli infelici.
E Tu hai fatto tutto questo, con grande semplicità, con assidua disponibilità all’ascolto, riuscendo a porti sempre in sintonia con il tuo prossimo, in virtù dell’alone di francescana letizia e umiltà che si irradiava dal tuo volto sorridente e dalla tua suadente parola. Quante volte sono stato testimone di tuoi atti di generosità, di tuoi slanci di altruismo incuranti del rischio dell’ingratitudine! E non parlo dei tesori di sapienza profusi nel tuo magistero o della saggezza ed umanità rivelate nell’esercizio degli incarichi di responsabilità affidati a Te dai tuoi superiori, e del gaudio spirituale donatoci attraverso la tua musica armoniosa.
Quando ricordo la desolazione suscitata in tanti fedeli, come in me, dal tuo temporaneo esilio a Portici, e la gioia che illuminava i volti di quanti avevano appreso la notizia del tuo ritorno a S.Vito; quando penso alle lagrime di commozione e di rimpianto versate dai fedeli che gremivano la Chiesa fino all’inverosimile per poterti dare l’ultimo saluto; quando rammento tutto il bene che hai dato ad ognuno e a me tuo penitente, alla straordinaria serenità che sapevi infondere nel mio animo turbato o inquieto, al mitico tuo fraterno imperativo “Non drammatizzate” , sento che non Ti potremo dimenticare, anche se avverto l’insufficienza delle mie parole a dirti la nostra gratitudine.
E sento insieme che non potrò trovare mai più un consigliere spirituale così sensibile, colto, amorevole, saggio, dotato di tanto profondo intuito psicologico e di tanta umiltà, carità e spirito di solidarietà nei confronti del suo interlocutore! E che dire della tua resistenza ai marosi della vita, della tua capacità di sopportare con cristiana pazienza e remissività le delusioni, le incomprensioni e le stesse tremende sofferenze fisiche, sempre benedicendo Dio, e ricordando agli anziani, come me dolenti, che “la vecchiaia è un dono di Dio”?!
Il Signore per Te ha preferito un dono infinitamente più grande, illimitato, lasciando però noi orfani della tua guida. Da quel Cielo “che solo amore e luce ha per confine”, Tu vorrai, tuttavia, continuare a farci del bene e proteggerci, a vegliare sulla nostra città che ti ha amato con immensa devozione, e che Tu hai eletto tua seconda patria.
Oggi, Padre Lorenzo carissimo, mentre piangiamo la tua dolorosa scomparsa, preghiamo il Signore perché faccia ancora risplendere su di noi la luce della tua spiritualità, perché possiamo sentirti ancora in mezzo a noi, sorridente e benedicente, fonte amabile ed inesauribile di conforto nel nostro pellegrinaggio terreno, di cristiana speranza. Grazie, Padre Lorenzo amatissimo, e arrivederci!
Foto di Giovanni Ricci
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