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Cronaca Vito Lombardi 01 dicembre 2009 00:19 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Uno spasmo espresso con gioia, che indigna.
È da tanto che capeggia su un muro, nel cortile antistante l' “Elia Aliperti”, sulla scritta Estate Ragazzi 2008, quella sconcezza. Chi può aver scritto quella frase: “Viva la droga!”? Come è possibile che nessuno abbia pensato di cancellare parole così violente, che fanno bella mostra di sé fuori ad una scuola media, dove la parola forma, dove la parola è indispensabile nella formazione del Sé , nella costruzione dell'identità e dell'autonomia?
Alcibiade si innamorò di Socrate per la parola, ha scritto su questo portale Ercole Capuozzo. La parola, però, può anche uccidere. Quella frase è uno spasmo espresso con gioia, che indigna. È un fulmine che illumina, improvviso, la povertà intellettuale di una società, che fa paura.
E deve essere cancellata. Essa non è una giovanile trasgressione, non è una metafora, è una furbizia, è una sconcezza, posta lì ad arte, che coinvolge emotivamente, che può diventare un esempio per dei ragazzi che si stanno preparando ad affrontare la vita.
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